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I Racconti

IL KOALA E LA RAGAZZA

 

DI

ALESSANDRA MARINO

 

C’era una volta un piccolo koala che viveva dentro il corpo di una ragazza molto alta. Lui era piccolo piccolo e molto coraggioso ma, trovandosi in un corpo così grande, che andava in giro in un mondo ancora più vasto e misterioso, il piccolo koala si sentiva, a volte, un po’ sperso se non addirittura vigliacco.
Dal suo osservatorio, il piccolo animaletto studiava tutto quello che la ragazza faceva nel mondo grande e sconosciuto degli umani. Spesso si accodava anche lui ai divertimenti e si dava un gran da fare per uscire fuori, divertirsi, stare in compagnia e ballare scatenato sotto i fasci colorati e le stelline di luce della discoteca.

Altre volte invece, restava in un angolo, zitto zitto senza farsi nè vedere nè sentire per intere settimane e, a volte, addirittura per mesi. Quando questo accadeva, la ragazza sentiva che c’era qualcosa che non andava in lei, ma non riusciva a capire cosa fosse esattamente.

Così lei passava i primi giorni in solitudine, rimuginando sempre sugli stessi pensieri e poi, per reazione, cominciava a uscire sempre più spesso. Tutte le sere a cena fuori o in discoteca, a conoscere nuove persone, per poter riscoprire la sua gioia dentro.

Ma se il koala non decideva di cambiare umore, la ragazza, per quanti sforzi facesse, rimaneva sempre scontenta senza neppure saperne il perché. Infatti il piccolo ospite conosceva perfettamente la sua padrona di casa, ma la ragazza era del tutto ignara dell’esistenza del piccolo koala dentro di sè. Per cui lei si affannava sempre più a cercare fuori quello che avrebbe potuto trovare solo dentro di sè.

Anche se, per essere del tutto sinceri, non era certo facilissimo convivere con il koala. Era lui che stabiliva quando aprire e quando chiudere il rubinetto dell’entusiasmo, quella strana emozione che rende la vita una meravigliosa avventura. Ed era sempre lui che decideva quando ridere a crepapelle e quando invece ritirare tutta la sensibilità e percorrere ogni giornata come una lunga strada in salita.

La ragazza, quindi, sebbene fosse molto fiera della sua autonomia e della sua capacità di condurre la propria vita, non si rendeva assolutamente conto che, in realtà, era il koala che decideva tutto per lei. Tutto questo andò avanti per molti anni finché, un giorno, i due si incontrarono.

Fu per caso. La ragazza aveva appena passato più mezz’ora davanti allo specchio a farsi i capelli, truccarsi, vestirsi. Naturalmente il koala stava lì nascosto pronto ad uscire. Infatti quel giorno era proprio in vena di divertirsi, e non vedeva l’ora di godersi una bella serata.

Finiti i preparativi, il koala uscì fuori e si appostò proprio dietro gli occhi della ragazza per poter meglio seguire lo svolgimento degli eventi. Ma la ragazza, colta da un improvviso fremito di insicurezza, tornò di scatto davanti allo specchio per darsi una controllata finale. Il koala non fece però in tempo a tornarsene giù. Così i due si ritrovarono faccia a faccia, o per meglio dire, occhi a occhi.

La ragazza fu colta di sorpresa a vedere dentro i suoi occhi il piccolo koala. Fu per lei proprio una sorpresa spaventosa tanto che scappò subito via e si nascose sotto le coperte. Il koala rimase ancor più spaventato di lei, anche se non ne capiva il motivo.

Dopo un bel po’, quando il cuore le ebbe smesso di battere all’impazzata, la ragazza prese il coraggio a due mani e tornò davanti allo specchio, pronta a fronteggiare l’ospite sconosciuto.

Il koala, suggestionato da tanta agitazione, era terrorizzato, e quando la ragazza giunse davanti allo specchio, venne su con i capelli tutti dritti e gli occhi spalancati. Questa visione spaventò ancora più di prima la ragazza che, naturalmente, corse ancora una volta sotto le coperte.

La situazione si ripeté così, in crescendo, per varie volte, finché il koala, che, era molto emotivo, e ogni volta aveva palpitazioni, infarti e svenimenti, non potendone più prese la parola e disse: "Ma per che cosa ci stiamo spaventando? Io ti seguo, ma almeno fammi capire cosa sta succedendo!"

Inutile dire che la ragazza, sentendo venire una voce dentro di sè, fu addirittura presa dal panico e cominciò a tapparsi le orecchie e a urlare nello stesso tempo per coprire il suono della voce misteriosa.

Insomma, non fu proprio un incontro facile, quello tra il koala e la ragazza, ma alla fine lei riuscì a calmarsi ed ad ascoltare quello che il piccolo ospite aveva da dire. La ragazza prese così il respiro più profondo che avesse mai fatto e disse: "Ma insomma, tu chi sei? Come fai a parlare da dentro di me?"

Il koala, un po’ risentito, rispose: "Come chi sono! Io sono io!

La ragazza ribatté: "Io chi? IO sono io!!

Il koala: " Ma no, tu sei te, che vivi fuori, io sono io che vivo dentro.

La ragazza: " E non è la stessa cosa?

Il koala: "Boh, lo credevo anch’io, a se tu non sai neanche che io esisto..."

La ragazza: "Non me ne sono mai accorta, però..."

Il koala: "Però, non è giusto, ecco! Dopo tutto quello che ho fatto per te...è che ora non saprei dove altro andare, perché sennò..."

La ragazza fu presa da un’improvvisa tenerezza e disse: "Dai, aspetta. Non fare così. Forse sono io che sono un po' distratta, su, continua a parlare, magari poi ti riconosco..".

Il koala allora riprese: "Ti ricordi quando da piccola sei caduta dal seggiolone e nessuno se ne era accorto? Tu eri disperata, il ginocchio ti sanguinava e urlavi a squarciagola. Però alla fine sono arrivato io e abbiamo cominciato a giocare insieme e quando i grandi sono arrivati, non volevi farti prendere in braccio neanche da tua madre, per restare con me.

E quella volta che i tuoi hanno avuto l’incidente d’auto e la tata ti voleva accompagnare all’ospedale... e quando tua sorella è fuggita di casa.... e alla tua meravigliosa festa dei 12 anni?... e quando poi siamo partiti per le vacanze per la prima volta da soli, noi due..."

Il koala andò avanti un bel po’ a ricordare gli episodi belli e brutti di tutta un’intera vita e la ragazza era sempre più senza fiato. A volte si commuoveva, poi si arrabbiava, poi rideva e così via, ma il più delle volte si stupiva di come ricordasse un particolare evento in maniera del tutto differente dai racconti del koala.

Ce ne fu abbastanza per andare avanti per la serata e anche per tutta la nottata. All’alba il koala era esausto e la ragazza era diventata improvvisamente silenziosa, troppo silenziosa.

Il koala se ne accorse e smise l’elenco dei ricordi. Risalì su e, non si sa come, riuscì ad accarezzarle i capelli. La ragazza allora scoppiò a piangere, ma ogni tanto, tra le lacrime, scoppiava a ridere a crepapelle e poi ricominciava con un pianto nervoso e poi una risata e poi scuoteva la testa come se non riuscisse a credere ad una parola di quello che aveva sentito e ancora ricominciava con tutta la gamma possibile delle emozioni.

Fu molto strano. Anche per il koala, che era abituato a vivere nel sorprendente mondo delle emozioni. Così, timidamente le chiese: "Ma che succede?"

"Tutto. Tutto insieme. Mi sembra di scoppiare! Mi sembra di diventare grandissima, come tutto l’universo e poi piccolissima come un granello di sabbia. Contemporaneamente. Non ci capisco più niente!

Ma sì, ecco: tu sei Mucco, il mio amichetto immaginario! Credevo che te ne fossi andato e mi avessi lasciato sola. Ti ho dimenticato subito per il dolore. Invece non sono mai rimasta sola. Questa cosa mi fa piangere e ridere allo stesso tempo. Tutto è diventato così strano adesso. Non so più come..."

Queste ultime parole non erano molto comprensibili, perché mentre le diceva, la ragazza scivolò dolcemente nel sonno. E il koala dopo un po’ fece altrettanto. La ragazza si risvegliò dopo molto. Il koala stava ancora dormendo.

Lei si alzò. Si guardò e si trovò ancora vestita da sera. Non ricordava niente di quanto era successo. "Devo aver bevuto veramente molto!" pensò.

Accese la radio e sentì che erano le otto di lunedì mattina. "Devo andare in ufficio." pensò.

Fece una doccia vigorosa e poi si mise davanti allo specchio per struccarsi e ritruccarsi.

In quel momento riemerse il koala. Era veramente molto assonnato, con i capelli tutti arruffati - un aspetto veramente terribile!- ma con la voce più soave del mondo sussurrò: "Buongiorno mia cara."

La ragazza allora sgranò gli occhi, lo riconobbe, scoppiò in una grande risata argentina, si strinse forte con le braccia e restò un po’ così a dondolarsi.

Poi, improvvisamente, esclamò: "Oggi vacanza! Andiamo a festeggiare!"

E così fecero, divertendosi un mondo.

Da quel giorno in poi, i due furono inseparabili.

Per sempre.

 

ALESSANDRA MARINO

alemarino@tiscalinet.it

 

 

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