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La Decima

 

I miracoli dei semi di fede

Tratto dalla ML CRESCERE 2
Realizzazione: Dr. Mario Rizzi

 

SOMMARIO

I MIRACOLI DEI SEMI DI FEDE

La legge di gravità dice che ogni cosa lanciata in alto tende a

cadere sulla Terra; dice anche, ma pochi lo sanno capire, che ogni nostra azione, pensiero o parola, tende a ritornare a noi. Per questo tipo di "ritorno" si usa invece un'altra terminologia, molto meno "scientifica", si parla infatti di Karma o di Legge di causa ed effetto.

Chi vuole raccogliere del grano lo deve seminare, è ovvio e tutti lo sanno. Anche per questo, però, pochi si soffermano a riflettere che questo accade proprio in funzione di un altro aspetto della Legge di gravità, il contadino dà alla terra e la terra gli ritorna il raccolto.

San Francesco disse che "è solo dando che si riceve", ed è proprio così. Chi non "semina sorrisi" non riceverà sorrisi, chi non semina amicizia non avrà amici e chi non semina il denaro sarà sempre povero; sempre anche se avrà tanti soldi in banca. Infatti egli sarà "povero dentro" e magari cercherà qualcuno che lo ospita per non spendere i soldi quando va in vacanza.

Per poter raccogliere è necessario seminare

Ogni volta che inspiriamo dobbiamo anche espirare, la respirazione si compone di dare e ricevere, anche in questo caso, se vogliamo vivere dobbiamo ricevere ma non tenere tutto per noi, dobbiamo anche dare.

Solo ciò che doniamo può ritornarci moltiplicato. Seminiamo un chicco di grano e possiamo raccogliere una spiga.

Quando doniamo qualcosa con disinteressata generosità, è come se piantassimo un seme. Simile attira simile, seminiamo avena e raccoglieremo avena, seminiamo orzo e raccoglieremo orzo. Dio dice "ogni specie segue la sua specie". Se desideriamo che Dio ci aiuti finanziariamente dobbiamo seminare del denaro in modo che Egli lo possa moltiplicare e ritornarcelo. È la stessa identica cosa che accade per la semina dei vegetali.

Se necessitiamo qualcosa, dobbiamo "seminare" qualcosa che

rappresenti la nostra necessità, qualcosa che funzioni come un punto di contatto per rilasciare la nostra fede. Per esempio, se desideriamo avere amici, dobbiamo cercare una persona sola (non dovremo certo andare lontano) e donarle qualche "seme" di serena compagnia. Una traduzione della Bibbia dice "Colui che ha amici deve mostrarsi amico con loro" (Bibbia - Proverbi 18:24). In questo contesto è anche possibile offrire un sorriso-seme, un seme di amore od uno di compassione. Va notato che non necessariamente riceveremo il frutto della nostra "semina" dalla stessa persona a cui abbiamo donato qualcosa.

Il danaro è uno strumento di scambio, fa parte di noi stessi, rappresenta il nostro lavoro, la nostra abilità professionale, i nostri sforzi e la nostra fatica. Gesù disse che quando diamo con gioia e con sacrificio (dare ciò che non serve non è dare), ciò che doniamo ci ritornerà in abbondanza (Bibbia - Luca 6:38).

 

IL DONO PERIODICO, UNA PRATICA SPIRITUALE

Il fatto di donare qualcosa a intervalli regolari ha un profondo effetto sulla vita di coloro che utilizzano tale pratica.

Vi sono molte storie che dimostrano come persone in difficoltà finanziarie hanno risolto i loro problemi mediante una donazione periodica e regolare. Il maestro Paramansa Yogananda descrive questo fenomeno come parte della legge cosmica della prosperità.

In un contesto di crescita spirituale, la donazione regolare dovrebbe essere fatta più pensando ai benefici che ne riceverà il nostro spirito che non quelli che riceveremo sul piano materiale.

Dio è la sorgente di tutto, anche della sicurezza finanziaria però, anche se affermiamo questo concetto con le parole, una parte di noi si ostina a cercare la sicurezza nel denaro o nei possedimenti materiali. Mediante una periodica donazione possiamo esprimere nel modo più profondo la nostra fede in Dio.

Questa donazione periodica e regolare non è la stessa cosa di fare una offerta di denaro (magari considerevole) una volta tanto e dovrebbe essere fatta con generosità e senza pensare che ci porterà dei guadagni. La dobbiamo fare confidando che Colui che ci ha creato e ci dà la vita, userà il nostro dono per sopperire alle nostre necessità quotidiane. Non dovrebbe consistere in un ammontare fisso di denaro, bensì di una percentuale del nostro guadagno netto; una percentuale che dovrebbe esserci suggerita non da un ragioniere ma dal nostro cuore.

Dobbiamo soprattutto fare questo dono regolare con grande gioia: cercando di considerare la donazione come una grande avventura spirituale nella nostra fede. Il donare con gioia apre completamente il canale che conduce all'amore di Dio. Per la destinazione della somma è preferibile scegliere qualcuno o qualche organizzazione che chiaramente dimostra di lavorare seguendo i voleri di Dio.

Se impareremo a devolvere parte dei nostri guadagni a Dio, vedremo ben presto che, anziché privare noi stessi, saremo benedetti dalla Sorgente di tutte le abbondanze: Dio. Tutte le vere sicurezze possono venire solo da Lui e fintanto che non ne saremo convinti la nostra vita sarà piena di incertezze. Più noi vivremo per Lui, e più scopriremo che Lui si sta prendendo cura di noi, anche nei dettagli minori della nostra vita.

LA MAGIA DELLA DECIMA

La pratica della decima è ormai diventata una consuetudine per molti discepoli della Verità. Essi sono arrivati al punto di considerare di possedere solo il novanta per cento delle loro entrate perché il restante dieci per cento lo considerano di Dio e non si sognerebbero mai di modificare quest'abitudine. Lo fanno volentieri perché sentono nel loro cuore che è giusto fare così.

Il risultato evidente di questa pratica è la completa libertà da qualunque difficoltà monetaria. Anche se possono avere altri tipi di problematiche, non soffrono mai di privazioni o di mancanze nel senso materiale. Siccome donano un decimo del loro guadagno il risultato si manifesta immancabilmente. Fortunatamente questa abitudine si sta diffondendo, ma alcuni nutrono alcune perplessità sul come metterla in pratica nel modo migliore.

A volte, vi sono delle persone che hanno dei dubbi sul come pagare la decima: quanto va pagato ed in che forma deve essere ripartito. Altre volte si chiedono se davvero la pratica della decima è un modo infallibile per evitare difficoltà finanziarie.

In verità, vi posso assicurare che coloro che offrono il dieci per cento delle loro entrate per aiutare il loro simili che sono in miseria, e non lo fanno per ottenerne un beneficio, ma perché sentono che è giusto così, notano immancabilmente che la loro prosperità aumenta e perdono qualsiasi timore nei confronti della povertà.

Coloro, invece, che offrono la decima pensando che sia un buon investimento, e con il desiderio di vedersi tornare di più di quanto hanno dato, resteranno delusi nelle loro aspettative e concluderanno che stanno spendendo male il loro denaro.

La pratica della decima è stata raccomandata in molte punti della Bibbia. Dice Malachia: "Porta al mio granaio tutte le decime, affinché ci sia cibo nella mia casa, dice il Signore degli eserciti, e vedrai se non ti apro le finestre del Cielo e non riverso su di te una tale abbondanza di benedizioni che non saprai dove metterle"

(Bibbia - Malachia 3:10).

In ogni epoca, coloro che hanno fatto di questa pratica un punto di riferimento della loro vita, si sono creati un credito nella banca di Dio che li ha assicurati nei confronti di ogni necessità materiale.

Va sottolineato che questa sicurezza è essenziale per lo sviluppo dell'anima.

È cosa ben nota che molti dei più ricchi uomini d'affari ed anche importanti industriali, attribuiscono il merito del loro successo alla pratica della decima, iniziata da giovani e mai più abbandonata.

Grazie a questa pratica anche migliaia di studiosi della Verità, sono sfuggiti a quella che sembrava una povertà senza speranza, e hanno ottenuto la sicurezza monetaria e ciò che avevano bisogno per condurre una vita serena.

Questa pratica, una volta riconosciuta ed accettata, fa sorgere la domanda: Qual'è il modo migliore di utilizzare la decima?. Per rispondere nel modo più completo si deve precisare che, specialmente per coloro che intendono servire Dio, per "decima" non si può intendere solo il dono di una parte dei propri guadagni ai poveri; si deve anche intendere il dono delle Verità che si sono apprese e l'uso di parte del proprio tempo libero per un servizio disinteressato a qualche persona od organizzazione di volontariato.

Come stabilire l'importo della decima?

Determinare l'importo della decima è molto semplice. Non si tratta di calcolare, come credono alcuni studenti, la decima parte dei risparmi effettuati in un mese. Significa, invece, calcolare la decima parte del danaro che ci è pervenuto in un mese dopo che sono state tolte le spese. È anche bene pagare la decima quando spendiamo del denaro per il nostro piacere, se , per esempio, spendiamo una data cifra per andare in vacanza, è bene che il corrispondente di decimo tale cifra venga offerto per aiutare chi versa in miseria.

È quasi superfluo aggiungere che non esiste affatto l'obbligo di pagare la decima. Questo è un "obbligo" che nasce dentro di noi nel momento in cui raggiungiamo la consapevolezza che è giusto farlo. In altre parole è meglio non pagare la decima fintanto che non si è pronti a farlo con spirito altruistico e generoso. Dare del denaro perché qualcuno ci ha detto di farlo, o essendo dispiaciuti perché lo avremmo potuto utilizzare per soddisfare qualche nostro desiderio, non ci porterà di certo la prosperità.

 

Il pagamento della decima è un grande atto di fede

Accade sovente che uno studente della Verità senta un profondo desiderio di porre tutta la sua fede in Dio, ma nutra ancora qualche dubbio sulla sincerità di tale fede. Se egli inizierà la pratica della decima, convinto che sia una cosa giusta e lodevole, sarà questo suo agire a testimoniare la sua fede, anche se i suoi sentimenti restassero incerti.

Alcuni credono che, nei momenti difficili, sia assurdo offrire un decimo del già scarso guadagno; si ripromettono però di farlo non appena le loro finanze lo permetteranno. Questo significa perdere di vista il vero valore di questa pratica perché, quanto maggiore è la difficoltà, tanto maggiore è la necessità di avere fede in Dio ed offrirgli un decimo di ciò che possediamo.

Non dobbiamo mai dimenticare che le difficoltà che stiamo attraversano sono stata causate dal nostro precedente modo di pensare e di agire. Pertanto le circostanze non potranno cambiare a nostro favore fintanto che non cambieremo il nostro atteggiamento. Ed è proprio l'atto di fede richiesto per seguire tale pratica nei momenti difficili che segnerà indiscutibilmente l'inizio di questo cambiamento.

Come funziona la decima?

Per poter raggiungere la prosperità per mezzo della decima è necessario capirne i meccanismi segreti; capire che l'unica origine di tutto ciò che possediamo e ci arriverà nel futuro è Dio e solo Dio. Il commercio, l'impiego, gli investimenti o altre fonti di reddito rappresentano infatti i canali attraverso i quali si manifesta la Provvidenza che viene da Dio. La pratica di pagare la decima, senza interessi egoistici, è la prova concreta del fatto che abbiamo capito questo concetto e la conseguenza inevitabile di tale accettazione sarà la prosperità.

Supponiamo che, a questo punto, sia ben chiara la differenza fra un dono fatto con amore e disinteresse e quello fatto di mala voglia, con la speranza di fare un buon investimento. Esiste una giustizia perfetta: la decima pagata bene condurrà certamente al successo; quella pagata male al fallimento sicuro.

Quanto spesso debba essere pagata la decima

Per chi riceve uno stipendio o la pensione il momento giusto è il momento del ricevimento o subito dopo. Coloro che ricevono il denaro tramite banca potrebbero ordinare alla medesima di fare un bonifico mensile all'Ente o alla persona designata a ricevere la decima. Per le altre persone va bene una donazione mensile nel giorno che risulta più opportuno.

Disse Gesù: "Date e vi sarà dato: sia la vostra misura buona, abbondante e traboccante, perché la misura che utilizzerete con gli altri è la stessa che sarà usata con voi (Bibbia - Luca 6:38).

Molti Maestri hanno testimoniato i benefici infallibili della decima. Uno di loro John Murray, disse: "Secondo la legge ebraica, la decima significa la decima parte e si riferisce alle imposte: gli Ebrei dovevano dare, secondo la legge Levitica, la decima parte della loro produzione (prodotti agricoli bestiame ecc..) ai loro sacerdoti (i Leviti) per il servizio a Dio. È importante notare che, fintanto che questo sistema prevalse, la nazione ebraica prosperò, sia come collettività che come sviluppo individuale; la decima, infatti, quando è stata applicata in modo onesto e sincero, non ha mai fallito.

"Se l'agricoltore rifiutasse di ritornare alla terra una certa quantità di mais o di patate, aventi la funzione di seme, non potrebbe ottenerne un raccolto. Come possiamo aspettarci di ricevere l'abbondanza da Dio, se diamo così poco per la Sua santa causa? Coloro che praticano la decima sono sicuri che Dio sarà per loro un socio generoso, sicuro ed affidabile".

Il collegamento fra la decima e la prosperità è, dopo tutto, solamente un'espressione di quella legge che regge l'universo e che viene chiamata legge di gravità, questa legge dice che tutto ciò che noi facciamo, agli altri o all'universo, ritornerà a noi. Ciò che noi diamo, in generosità o parsimonia, lo riceveremo indietro nello stesso modo. Il simile attira il simile. L'uomo raccoglie ciò che semina e nessuno può sfuggire a questa legge.

 

ALCUNI BRANI DALLA BIBBIA

"Tutta la decima della terra, sia essa seme o frutto di alberi, appartiene al Signore" (Levitico 27:30).

"Onora il Signore con la Sua Sostanza, e con i primi frutti della tua abbondanza e i tuoi granai saranno colmi e le tue botti traboccheranno di vino nuovo" (Proverbi 3:9-10).

Giacobbe, dopo aver avuto la visione mistica in cui vi era una scala che saliva dalla terra al cielo decise immediatamente di adottare la pratica della decima. Egli aveva capito che, sono sue parole: "Dio sarà con me, proteggerà il mio cammino e mi darà il pane e gli indumenti".

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1) Un brano di Sri Kriyananda

2) Conny Mendez, La Metafisica per tutti, Volume II.

 

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