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Il Perdono

Le ferite dell'anima

di E. T.

 

L'odio porta alla violenza, e chi ha subito violenza è stato ferito tanto profondamente da pensare che non c'è alcun rimedio per il suo dolore, che è condannato a vivere nella sofferenza, fosse solo per il ricordo della violenza subita. Forse si rifugerà nella speranza che il tempo rimargini questa sua ferita fino a richiuderla. Questo, purtroppo, non avviene mai. Quella ferita va curata con il giusto rimedio, e ce n'è uno solo in grado di guarirla: il perdono.

Tuttavia, le ferite dell'anima non sempre sono evidenti come quelle provocate da una violenza subita. Quest'ultima, infatti, è una ferita aperta ben visibile, poiché è in superficie, e duole in continuazione, anche quando non sanguina.

Immaginiamo invece di avere una ferita in un punto del nostro corpo in cui non ci è possibile vederla. E' una ferita particolare, in quanto non sempre sappiamo come e quando ce la siamo procurata. In verità, spesso non sappiamo neanche di averla. Un giorno però, una persona ci tocca inavvertitamente proprio in quel punto, e questa misteriosa ferita comincia a sanguinare. Da quel momento in poi, ogni volta che qualcuno metterà il dito nella nostra piaga, questa si aprirà, sanguinerà, e ci darà dolore. Come dicevo, è una ferita particolare: non guarisce mai da sola, si ingrandisce sempre di più, e procura sempre più dolore quando viene stuzzicata.

Come la si può guarire? Occorre innanzi tutto vederla, prenderne coscienza. Poi bisogna avere il coraggio di aprirla, farla sanguinare per l'ultima volta, e curarla con dolcezza e attenzione. Come per miracolo, dopo sette giorni di medicazione durante i quali l'avremo pulita e disinfettata a dovere, la ferita sparirà per sempre.

La nostra anima è piena di ferite nascoste, grandi o piccole, delle quali siamo molto spesso inconsapevoli. Abbiamo un solo modo di "vederle", ed è attraverso il dolore che ci procurano quando sanguinano. Ogni volta che una ferita sanguina, noi abbiamo l'opportunità di accorgerci della sua esistenza, e allora possiamo decidere di guarirla.

Se non avessimo ferite, niente e nessuno potrebbe farci soffrire: potrebbero stuzzicarci in continuazione, darci pizzicotti violenti, ma non riuscirebbero a farci sanguinare. Quindi, visto che il dolore indica che c'è una ferita aperta, bisogna fare attenzione alle cose che ci fanno soffrire.

Soffrite se qualcuno vi insulta? Pensate che sia una reazione normale? Credete che tutti soffrano quando vengono insultati?
So che può sembrare strano, ma non è così: io non soffro quando mi insultano, ma urlo di dolore quando non vengo considerata e accettata. Quando questo succede, io mi sento rifiutata e non amata. Se io amassi e accettassi me stessa, non sarei continuamente tormentata dal bisogno morboso di essere considerata e accettata dagli altri. Invece, l'amore verso me stessa e l'autostima sono il mio punto debole, la mia ferita nascosta. La vostra ferita è probabilmente un'altra, e sia voi che io dobbiamo fare in modo che essa guarisca. Se non lo facciamo, soffriremo sempre di più quando ci insulteranno o ci ignoreranno, in quanto le nostre parti dolenti non cesseranno per magia di tormentarci: se vogliamo guarirle, dobbiamo curarle.

 

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