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Il Perdono

Pratica del perdono

di E. T.

La pratica del perdono che vi proponiamo dura sette giorni per ogni persona o situazione da perdonare. Abbiamo bisogno di perdonare ogni persona o situazione verso la quale proviamo odio, risentimento, rabbia, fastidio, antipatia, e ogni altro sentimento che non sia amore incondizionato e accettazione totale.

Possono essere molte le persone o situazioni che abbiamo bisogno di perdonare, ma credetemi, non c'è nessuno di noi che abbia cose più importanti da fare che essere felice. L'unico modo per essere felici è raggiungere quello stato di amore assoluto che ci permette di vivere in pace con noi stessi e con gli altri.

La prima persona che è importante perdonare ha sempre lo stesso nome: noi stessi. Perché? Perché ci è stato insegnato che ogni male ha un colpevole. A volte sentiamo di essere vittime di altre persone, ma molto spesso attribuiamo a noi la colpa dei fallimenti della nostra vita, o di ciò che non va per il verso giusto. Il senso di colpa è un fardello inutile. Ricordiamo sempre che, qualunque sia il nostro errore, noi possiamo essere perdonati, "perché non sapevamo quello che facevamo". Questa non è una giustificazione ai nostri errori. Prendiamoci sempre la responsabilità dei nostri errori e delle loro conseguenze, pentiamoci sinceramente del male che abbiamo fatto, impegnamoci a rimediare agli errori che possono essere riparati, e perdoniamoci per gli errori commessi in passato, anche se sono stati gravi.

A che cosa serve continuare a tormentarci per qualcosa che non può essere cambiato? Cerchiamo di capire che nel momento in cui abbiamo commesso quell'errore, non eravamo veramente in grado di agire diversamente. Accettiamo la pace e l'amore che vengono dal perdono, quella pace e quell'amore ci renderanno migliori. Il fatto di continuare ad accusarci, invece, ci renderà aridi, rabbiosi, e non ci permetterà di liberarci dal meccanismo della colpa. Questo non solo ci renderà capaci di colpevolizzare sempre di più noi stessi per i nostri errori, ma ci porterà a colpevolizzare altri per i loro errori, giudicandoli. Così facendo, saremo sempre più lontani dall'amore e dalla pace. Questi due meravigliosi sentimenti non possono coesistere con il giudizio.

Torniamo alla nostra "cura del perdono".

Il perdono a noi stessi.

Il primo giorno:

Scriviamo la lista di tutte le cose di cui ci accusiamo, cercando di ricordarcele tutte. Se abbiamo dimenticato qualcosa, possiamo aggiungerla alla lista anche nei sette giorni successivi. Questa lista dovrebbe comprendere sia le "malefatte" che abbiamo commesso e che hanno danneggiato noi stessi o altre persone, sia il male che abbiamo permesso che gli altri ci facessero. Esempio: Io Ornella (bisogna scrivere il proprio nome) mi perdono per tutto questo: Perché non mi amo abbastanza; Perché mi sono ridotta a fare un lavoro che odio; Perché ho permesso a mio marito di picchiarmi; Perché non ho aiutato mia madre quando stava male; Perché ho insultato Giovanni; Perché mi sono rotta una gamba quando dovevo uscire con Giorgio, ecc.

Dopo che la lista è completa (l'esperienza insegna che può essere anche molto lunga), la rileggiamo attentamente, e scriviamo su un altro foglio "Io Ornella mi perdono completamente, sono innocente", per settanta volte. Questa frase farà nascere in voi della resistenza, magari anche un po' di ribellione. Non ve ne preoccupate, e proseguite.

Il secondo, terzo, quarto, quinto e sesto giorno:

Rileggiamo la lista, se ci vengono in mente altre cose le aggiungiamo, e ogni giorno scriviamo per settanta volte "Io Ornella mi perdono completamente, sono innocente".

Il settimo giorno:

Rileggiamo per l'ultima volta la lista, e scriviamo settanta volte "Io Ornella mi perdono completamente, sono innocente".

Scriviamo una lettera d'accuse a noi stessi, prendendo spunto, se occorre, dalla lista di accuse. Le lettere a noi stessi possono essere scritte in seconda o in prima persona. A volte scriverle in seconda persona aiuta a vedere le cose con più distacco e obiettività, ma questo è soggettivo. E' spesso una lettere piena di rabbia. Va bene così, lasciamo pure che la rabbia nei confronti di noi stessi venga fuori. Esempio: cara Ornella, ma perché non ti ami e ti fai sempre del male? Sei stata pessima quel giorno che tua madre aveva bisogno di aiuto e tu sei uscita con Filippo, fregandotene, sei proprio una schifezza di figlia, ecc.

Prendiamo la lettera d'accuse e la lista d'accuse e le bruciamo, pensando che ci stiamo liberando per sempre da quelle cose. Se vogliamo, possiamo buttare via i fogli del perdono (quella frase scritta settanta volte per sette giorni)

Scriviamo una lettera di responsabilità, ossia prendiamo consapevolezza del perché abbiamo avuto determinate esperienze, abbiamo commesso determinati errori, e che cosa ci hanno insegnato. Questa lettera è un grande aiuto per scoprire le "ferite" della nostra anima.

E' una lettere di solito piena di saggezza, pacata, con la quale veramente ci rendiamo conto di essere gli artefici della nostra vita. La lettera di responsabilità potrebbe farci capire molte cose su noi stessi, e potrebbe farci "vedere" alcune nostre ferite nascoste. E' importante darci il tempo di scrivere tutto quello che ci viene in mente, potremmo scoprire delle cose che non sapevamo su noi stessi.

Esempio: cara Ornella, ho capito che quella volta che mamma stava male e tu sei uscita con Filippo, lo hai fatto perché eri arrabbiata con lei, e volevi fargliela pagare per quella volta che lei ti ha detto che eri brutta. E' stata una ripicca. Questo ha avuto come conseguenza che mamma ci è rimasta molto male, e tu hai avuto per sei mesi dei terribili sensi di colpa. Ora che ci penso, ogni volta che qualcuno non ti considera, tu fai sempre il muso, e tendi a vendicarti. Questo allontana da te le persone, ecco perché rimani sempre da sola. Per il tuo bisogno di considerazione maltratti e prevarichi le persone, e fai in modo che si allontanino. Perché hai bisogno di essere sempre coperta d'attenzioni? Hai paura che nessuno ti noti? Penso che sia perché non ti piaci. Ecco perché hai sempre bisogno che ti dicano quanto sei bella, e se non te lo dicono ti feriscono, ecc.

Ora è il momento magico della lettera d'amore. Finita la precedente lettera, ci siamo resi conto che siamo innocenti, che commettevamo le azioni per motivi di cui eravamo inconsapevoli. Eravamo spesso spinti ad agire per "difendere" le nostre ferite. Ornella chiedeva attenzione per evitare che la ferita della mancanza di amore per se stessa sanguinasse. Invece, per quella legge universale di cui abbiamo già parlato, si trovava spesso nella situazione di essere ignorata o non amata. Questo le faceva sanguinare la ferita, le dava dolore, e lei reagiva facendo il muso o aggredendo le persone. Ora che ha capito tutto questo, non ha più bisogno di sentirsi in colpa. E' grata per quello che le esperienze fatte nella vita le hanno permesso di capire, e sa che il suo problema è sempre stato la mancanza di amore per se stessa. Ora sa che può amarsi.

E' inutile che io faccia un esempio di lettera d'amore per se stessi. Vedrete che vi nascerà dal cuore. E' una lettera di gratitudine, di accettazione e di amore incondizionato.

Il perdono agli altri

La tecnica per perdonare altre persone non è diversa. Elencherò brevemente le modifiche che bisogna apportare al modello illustrato:

Nella lista d'accuse occorre scrivere tutto quello che si rimprovera all'altra persona. Poi si aggiunge un'ulteriore pagina nella quale noi chiediamo perdono all'altra persona Esempio: Io Ornella ti perdono Fabio per tutto questo: § Perché mi tratti male, ecc. (su un altro foglio) e ti chiedo perdono Fabio per tutto questo: § Perché sono aggressiva con te, ho maltrattato il tuo gatto, ecc.

Nella lettera di accuse scriviamo tutto ciò che rimproveriamo alla persona (Ornella, facendo il perdono a sua madre, l'accuserà di averle detto di essere brutta).

Nella lettera di responsabilità scriviamo le nostre mancanze verso quella persona (Ornella si renderà conto di non aver accudito sua madre), i comportamenti e i pensieri nostri che hanno "chiamato" le reazioni che noi rimproveriamo agli altri (Ornella si renderà conto che, dicendole che era brutta, sua madre le ha fatto "vedere" un suo pensiero, e perciò quella frase l'ha tanto ferita, e che probabilmente questa frase è stata detta dalla madre per rabbia, visto che si sentiva trascurata da Ornella, ecc.)

La lettera d'amore non cambia dal modello precedente. Scriviamo quello che ci suggerisce dal cuore. Ormai abbiamo capito che l'altro è innocente, che si è comportato così con noi perché non era in grado di fare altro, perché non era consapevole di quello che faceva (la madre di Ornella non sapeva che cosa avrebbe scatenato dicendo alla figlia che era brutta, e l'ha detto per vendicarsi di un comportamento di Ornella. Se la mamma di Ornella fosse al di sopra della rabbia, se vivesse in pace con se stessa e con gli altri, non sarebbe stata ferita dall'indifferenza della figlia, non le avrebbe detto quella frase, e non avrebbe scatenato tutte quelle reazioni).

Attenzione!!!

La lettera d'amore va consegnata o spedita all'altra persona. Se la persona non fosse più rintracciabile, o se non fosse più in vita, il perdono ha lo stesso il suo effetto liberatore. Non temiamo, l'Amore che abbiamo conquistato tramite il perdono raggiungerà lo stesso l'altra persona.

Se invece la persona fosse vivente e rintracciabile, e noi ci rifiutassimo di darle la lettera, chiediamoci perché. Potrebbe essere che, per un motivo o per un altro, il nostro perdono non è completo o sincero.

Nella lettera di amore ci sono frasi di completa accettazione, di pace, di gratitudine, di amore incondizionato. Non ci sono accuse, né aperte né velate (come, per esempio, ti perdono del male che mi hai fatto), non c'è risentimento, non c'è rancore. Se ci accorgiamo che queste cose sono ancore dentro di noi, non abbiamo perdonato completamente.

Meritiamo allora, per lo sforzo fatto di darci un'altra possibilità di avere la pace che cerchiamo. Chiediamoci perché il nostro perdono non ha dato i suoi frutti di pace e di amore. Siamo sinceri nel voler perdonare? Quali sono le motivazioni che ci spingono a voler perdonare? E forse un gesto fatto con atteggiamento di superiorità, per sentirci buoni, migliori degli altri? Se è così ammettiamolo onestamente, e proviamo ancora. L'unico motivo valido per perdonare è per ritrovare in noi l'amore e la pace. La lettera d'amore dovrebbe riflettere questo sentimento, che possiamo provare per ogni persona del mondo: "Ti amo così come sei"

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Per ulteriori informazioni sulla tecnica del perdono, o per controllare che le lettere siano 'veramente' di perdono, prima di inviarle contattate pure il Circolo VIP-ViviamoInPositivo: dott.ssa Maria Luisa Mirabella: viviamoinpositivo@gmail.com

 

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